Altri personaggi in cerca di casa a Milano. Seconda puntata


Altri personaggi in cerca di casa a Milano. Seconda puntata
Quando ci si trasferisce in un'alltra città talvolta capita di dover andare in Hotel

Se non vi interessa sapere dove abitassero e quali luoghi frequentassero i cittadini milanesi più illustri, danno vostro. Che abitiate in una bella e lussuosa casa o che invece siate costretti a usare con parsimonia le vostre sostanze anche nell’abitare non potete in ogni caso rimanere indifferenti su come abbiano risolto il problema di avere un tetto sopra la testa questi celebri vostri predecessori sulla via del successo e,  forse, della virtù. Leggete dunque la seconda puntata sui personaggi in cerca di casa a Milano!
 
1.       Arturo Toscanini. 
 
Altri personaggi in cerca di casa a Milano. Seconda puntata
Arturo, non spari al pianista!
  
Iroso, severissimo e incredibilmente pignolo il direttore d’orchestra Arturo Toscanini nato a Parma nel 1867,  fu per moltissimi anni a capo del Teatro della Scala. 

Il maestro nelle sue leggendarie sfuriate contro gli orchestrali usava spesso metafore tratte dal regno animale. Così un primo violino poteva tramutarsi per qualche istante di breve ma intensa collera in un asino o un contrabbassista in un chiassoso domatore di buoi. Pare che qualcuno si dilettasse persino a collezionare le bacchette spezzate dal venerabile Maestro durante le prove.

 Oltre al Teatro della Scala altri due sono i luoghi correlati al Nostro. Il primo è la sua casa in via Durini 20  a due passi da piazza San Babila. Il secondo è il bar Zucca, recentemente rinominato Camparino, in Galleria, dove Toscanini di ritorno dalla Scala si fermava a sorbire un caffè nero come la pece e bollente come l’inferno sorridendo soddisfatto come un neonato. 



2.       Eugenio Montale

Altri personaggi in cerca di casa a Milano. Seconda puntata
Con l'inchiostro ricavato dal nero di seppia Montale scrisse la sua prima raccolta poetica


Eugenio Montale, nato a Genova nel 1896, trascorse gli anni della giovinezza tra Genova e Monterosso, nelle Cinque Terre, meditando sulla condizione umana e collezionando ossi di seppia

Montale arrivò  a Milano nel 1948 e soggiornó prima all’Albergo Ambasciatori, in Galleria del Corso, poi in un Palazzo di Via Bigli, 15 dove una targa commemorativa lo commemora ricordando il suo ricordo.

Il buon Eugenio lavorò come redattore letterario e critico musicale  al Corriere della Sera, in via Solferino. Pare che la sua assunzione al giornale sia stata quasi del tutto casuale. Passato a salutare un amico fu incaricato di scrivere al volo un articolo sulla morte di Gandhi di cui era appena giunta la notizia. L’articolo piacque così tanto che Montale fu immediatamente assunto. Ciononostante alcuni testimoni raccontano come il Nostro  prima del ritiro dal lavoro nel 1973   vivesse ogni giorno nell’ossessione di essere licenziato dal Corriere della Sera.

Frequentatore assiduo della Trattoria Bagutta, in Via Bagutta 14, Montale morì nel 1981  alla Casa di Cura S. Pio X in via Francesco Nava 31.



3.       Dino Buzzati.   

Altri personaggi in cerca di casa a Milano. Seconda puntata
A Dino Buzzati piaceva molto la tartare di carne, anche se questo non è attestato da nessuna fonte

Nato nel 1906 a San Pellegrino di Belluno, Buzzati si trasferì ancora fanciullino a Milano dove frequentò il  liceo Classico Parini. Nel 1928 cominciò a lavorare  per il  Corriere della Sera come redattore, inviato e critico d’arte. Nel tempo libero si dilettava a scrivere romanzi e racconti che lo fecero diventare noto a livello internazionale. 

Numerosi sono i film tratti dalle storie dinobuzzatesche: “Barnabo delle montagne” e “Il segreto del Bosco Vecchio” del 1993 -94; “Il deserto dei Tartari” film  uscito nel 1976; "Un amore" di Gianni Vernuccio,   "Il fischio al naso" di Ugo Tognazzi e il film d’animazione "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" del 2019

Numerose furono le dimore di Buzzati in città: Via San Marco, 12 ( la prima casa dove lo scrittore  abitò quando iniziò a lavorare per il Corriere della Sera), Piazza Castello 28, Via Donizetti 20, viale Majno 18 e infine via Vittorio Veneto 24 dove lo scrittore visse più a lungo e che quindi può vantare, sola in mezzo a tutte le altre, l’immancabile iscrizione commemorativa.

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