Il dialetto milanese: 10 espressioni da conoscere per non fare la figura del cioccolataio che è andato a scuola di giovedì
Seconda puntata
Et voilà, ecco a voi la seconda puntata sulle espressioni in
dialetto milanese che tutti dovrebbero assolutamente sapere! (qui il link della prima puntata per chi
se la fosse colpevolmente persa)
Sono 10 utilissime frasi che vi consiglio di leggere e
rileggere accompagnati da una splendida musica barocca, magari
danzando con leggiadria nel salotto di casa.
1.Tirèmm innànz
Tiriamo avanti! Detto alle persone tutte d'un pezzo, determinate, che non hanno nessun ripensamento per le
scelte fatte.
Questa frase fu
pronunciata da Antonio (o per altri Amatore) Sciesa la sera del 30 luglio
1851. Peccato che le fonti non riportino l’ora e il minuto esatto. Antonio, di professione tappezziere, era entrato in contatto
con alcuni gruppi rivoluzionari che combattevano per l’indipendenza di Milano
dall’Austria.
Era un ragazzo dalle grandi speranze ma la sua fortuna finì quando fu trovato in possesso di manifesti dal contenuto incendiario. Arrestato fu
condannato a morte dopo un processo rispettoso di tutte le garanzie dell’imputato
e dove anzi il giudice dimostrò grande clemenza nel valutare le sue colpe come
si può chiaramente evincere dall’esito del processo.
Sulla strada per il luogo di
esecuzione il determinato Sciesa fu fatto passare sotto le finestre di casa
sua, esortandolo a rivelare i nomi degli altri rivoluzionari in cambio della libertà. Il Nostro però rispose, in dialetto milanese, Tiremm innanz... Fine
della storia.
Ps. Pare che il boia fosse morto alcuni giorni prima (per cause
naturali) e che quindi il nostro Antonio non venne impiccato ma fucilato. A sto
punto potevano anche liberarlo. Vabbè, tiremm innanz...
2.Bauscia
Chi non ha mai incontrato o almeno sentito parlare del tipo umano
del bauscia? Termine
nato in origine per indicare le persone che aiutavano i forestieri nella
ricerca di botteghe, ben presto il termine
venne affibbiato alle persone spaccone e vanagloriose, in particolar modo ai
piccoli imprenditori misoneisti, egocentrici che, non accettando consigli da nessuno, si occupano di cose di
cui non hanno la ben che minima idea, con risultati che si possono immaginare.
3. On frecc de biss
Cioè un freddo di biscia. A Milano infatti il freddo non
prende forme canine come nel resto d’Italia (fa un freddo cane!) ma quelle
simpatiche e gradevoli del serpente dal sangue freddo anzi freddissimo.
4.Te set andaa a scoeula de giovedì
Alle persone
particolarmente ignoranti poste come pietre d’inciampo sulla vostra corsa
trionfale verso il successo potete sempre chiedere “Ma sei andato a scuola di giovedì?” Un tempo infatti il giovedì le scuole rimanevano
chiuse.
Siate cauti nell'usare questo detto e ricordate che la pietra d'inciampo, scartata dal costruttore, diventa spesso testata d'angolo! |
5.Va a ciapaa i ratt!
Vai ad
acchiappare i topi! Se la persona che è andata a scuola il giovedì persiste a
importunarvi, invitatelo poco gentilmente a dare la caccia ai topi.
Espressione da usare anche quando vi rivolgete a un astuto felino |
6.Va a ramassaa el mar!
Vai a spazzare il mare! Attività
decisamente infruttuosa, utile però a levarsi la gente indesiderata dalle spalle.
7.Va a da’ via i ciapp!
Vai a dar via le
chiappe! Altra
attività (infruttuosa?) suggerita alle persone che vogliamo che si facciano da
parte nella nostra corsa trionfale verso il successo ecc ecc ecc…
Può capitare che qualcuno prenda il vostro invito fin troppo sul serio come questi elefanti, fotografati sulla via per dare via la parte migliore del proprio profilo |
8.Chi non s’engegna, fa la tegna
Chi non si ingegna fa la ragnatela. Darsi da fare! In poche parole è l’alternativa popolare alla
tecnica, insegnata nelle migliori scuole di management, cosiddetta del MIC: Muovere
Il Culo
9.Fa minga la figura del cioccolatee
Non fare la
figura del cioccolataio. Detto scippato alla città di Torino (altro che Salone del libro…)
significa semplicemente “non fare brutta figura”.
Nella Torino del Settecento infatti c’era un cioccolatiere che era solito andare in giro con una carrozza ben più lussuosa non solo di tutti i borghesi della città ma persino del re stesso. Il re, risentito, lo convocò, esortandolo a una vita più umile e aderente al suo rango in quanto il re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme non poteva certo fare al suo cospetto la figura del cioccolataio.
Nella Torino del Settecento infatti c’era un cioccolatiere che era solito andare in giro con una carrozza ben più lussuosa non solo di tutti i borghesi della città ma persino del re stesso. Il re, risentito, lo convocò, esortandolo a una vita più umile e aderente al suo rango in quanto il re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme non poteva certo fare al suo cospetto la figura del cioccolataio.
Umpa Lumpa in una fabbrica di ciccolato. Gli Umpa Lumpa ci tengono affinchè con i loro prodotti non facciano una figura da cioccolatai |
10.Vestii de fustagn, pancia de velu
Vestito di
fustagno, stomaco di velluto. Espressione rivolta alle persone vestite sì in
modo modesto ma estremamente raffinate ed
esigenti a tavola. Spesso questi golosastri hanno l’oeucc pussee
grand del boeucc (cioè l’occhio più grande della bocca) in quanto si servono nel piatto più cibo di quanto
se ne possa umanamente mangiare. Tutti abbiamo un amico che All you can eat
esagera, ora sapete come apostrofarlo.
Per finire voglio ringraziare in ordine alfabetico:
A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Q. R. S. T. U. V. Z.
Senza di loro non avrei mai potuto scrivere questo articolo.
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