Milano in silenzio. 10 cortili da visitare

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Milano è fatta fondamentalmente di cortili. Essa appare a prima vista come una città discreta, riservata, poco appariscente. 

Sono pochi i monumenti che emergono dalla grigia distesa di case della metropoli. Concentrarsi e visitare solamente le emergenze monumentali più vistose e trascurare tutti gli altri edifici sarebbe un errore grossolano dal quale mettiamo in guardia il nostro lettore. Bisogna infatti sapere che gli edifici con la facciata più dimessa e anonima conservano le cose più preziose. Il contenuto spesso è migliore dell'involucro che lo racchiude. Questo vale per le castagne, la cassa del tesoro dei pirati e per Milano. 

Il fatto è che gli edifici a Milano non palesano subito le proprie bellezze ma le offrono, per naturale riserbo, solamente a quelli che hanno il privilegio di varcare la soglia di porte e portoni immergendosi nel silenzio e nell’atmosfera sospesa nel tempo dei suoi cortili, chiostri, giardini. 

Di cortili poi ce ne sono di tutti i tipi, forme e dimensioni: ottagonali, fioriti, porticati, quadrati, maestosi, impenetrabili, severi, malinconici. Tutti però solidamente milanesi. 

Qui di seguito presenterò, in ordine rigorosamente casuale, i dieci cortili che trovo personalmente più belli, la cui visita addolcirà la vostra permanenza in città, cari lettori, siate voi fugaci viaggiatori di passaggio o residenti con radici più o meno profonde. 

Per tutti gli altri il comune di Milano ha reso disponibile una mappa interattiva raggiungibile a questo indirizzo

1. Palazzo Archinto. I cortili di palazzo Archinto in realtà sono due, in rapida successione, e sono impreziositi da una maestosa pianta di glicine fra le più grandi e antiche in Italia. Il glicine in fiore merita senza dubbio una visita ma Invano cerchereste però le raccolte d'arte, il museo lapidario, la biblioteca e gli affreschi del Tiepolo per i quali il palazzo era un tempo celebre. Essi sono andati irrimediabilmente distrutti durante l’ultimo conflitto mondiale in un barbaro bombardamento bombarolo. Via Olmetto 6 

Glicini non in fiore

2. Palazzo Bagatti Valsecchi. Palazzo Bagatti Valsecchi è sede di una casa museo fra le più interessanti a Milano. I due cortili del palazzo mettono in comunicazione molto astutamente via Gesù con via Santo Spirito. Da visitare magari chiedendosi perché a Milano, già che c’erano, non ci sia anche una via Dio. Via Santo Spirito 10 e Via Gesù 5. 

Via Gesù di Nazareth

3. Circolo degli Ex Combattenti e Reduci. L’ antico casello daziario di Porta Volta è oggi un locale sapientemente arredato in stile “bar di paese anni ‘50”. Possibilità di giocare a biliardo, bere, bestemmiare. Piazzale Baimonti (zona Bastioni di Porta Volta) 

Ex Porta Volta, spartitraffico di piazzale Baiamonti, sede Circolo ex Combattenti e Reduci

4. Palazzo Luraschi. Luraschi, lì lontano lontano Lazzaretto. Lodevolmente lasciarono lati Lazzaretto e luogo Lucia. (Tradotto: Palazzo Luraschi è stato costruito nel 1887 nel punto in cui sorgeva il Lazzaretto di Milano. Nel suo cortile sono presenti due colonne dell’antico porticato dove Manzoni pretende che Renzo si fosse recato per ritrovare Lucia alla fine del romanzo. Severi e occhiuti busti di pietra dei personaggi de “I promessi sposi” osservano i passanti). Corso Buenos Aires 1 

Busto pusillanime

5. Casa Ortelli. Il cortile è anche noto come il cortile degli artisti perché "tutto il corpo nord presenta locali molto alti con finestroni e vetrate che si aprono sul giardino ed è stato progettato per essere adibito agli studi dei disegnatori che lavoravano per l'architetto Paolo Ortelli, proprietario della casa e per gli artisti che gravitavano intorno all'Accademia di Belle arti di Brera" Il cortile è diventato presto celebre per l’originalità delle forme architettoniche: colonnine, candelabri, capitelli, fontanelle, putti, delfini e altre cianfrusaglie. Via Rossini 3 

Un artista della Casa degli artisti dipinge artisticamente case (di artisti?)

6. Palazzo Bolagnos Visconti. La cosiddetta Ca’ Bolagna, conosciuta anche come palazzo Visconti di Modrone, ha ben due cortili. Il primo è avvolto nelle spire di curvilinee balconate rococò; il secondo invece sfoggia una grotta artificiale adorna di Venere callipigia. Da visitare anche il piccolo teatro dove il regista Luchino Visconti esordì imberbe, ben prima di essere incoronato dalla Musa del cinema. Via Cino del duca 8

No pasaran!

7. Casa Ucelli di Nemi. A maggio il cortile, un tempo in realtà il chiostro del monastero delle Umiliate, si colora del rosso delle molteplici specie di rosa che vi fioriscono. Chissà se è qui che si riforniscono i venditori ambulanti di rose che imperversano in città in ogni stagione. Se volete però sfoggiare un’erudizione tanto gratuita quanto immeritata potete sempre ricordare che il porticato a doppio ordine come si usava nel ‘400 è composto da ben trentaquattro colonne. Via Cappuccio 7 

34 sfumature di rose

8. Palazzo Senato. Il Palazzo del Senato in realtà fu sede dell'eponima e veneranda istituzione del Regno d’Italia napoleonico solo per un brevissimo periodo della sua storia (1805-1814). Qui per secoli si trovava infatti il Collegio Elvetico, una scuola per l’agguerrito clero cattolico destinato a evangelizzare le terre protestanti della Svizzera. Cionondimeno i maestosi ma algidi  cortili del Palazzo del Senato sono oggi sede dell’Archivio di Stato di Milano, dopo svariati cambiamenti di destinazione d’uso fra cui la Cancelleria Austriaca del Regno lombardo-veneto.


9. Chiostri di san Barnaba. I chiostri di San Barnaba sono un complicato sistema di corti interne formato dai quattro chiostri rinascimentali che originariamente facevano parte di un convento francescano. Attualmente l’edificio è sede della Società Umanitaria e i chiostri, un tempo avvolti in un religioso silenzio, ospitano mondanità, sfilate di moda, proiezioni, matrimoni, premiazioni e altri eventi umani, troppo umani. Via Francesco Daverio, 7


10. Chiostro grande di San Simpliciano. Capolavoro pressoché sconosciuto ai più il cortile di San Simpliciano presenta caratteristiche architettoniche molto originali: “l’asse delle colonne del porticato che circonda il verde non è parallelo ai lati del cortile, come ci si aspetterebbe in un complesso del genere, bensì è perpendicolare ad essi; da qui il soprannome di chiostro delle due colonne, perché due sono quelle che reggono ciascun capitello”. Come dirlo meglio? Piazza San Simpliciano, 7 

milano in silenzio
Chi era però san Sempliciano? Semplice: il vescovo successore di quel sempliciotto di san Ambrogio

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