Da Giuseppe Verdi ad Adriano Celentano. I sei gradi musicali di Milano
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Crapa Pelada l'ha fà i turtei Ghe ne dà minga ai sò fradei I sò fradei fann la fritada Ghe ne dann minga a Crapa Pelada Crapa Pelà badabidabidà bidibudibibbì |
Secondo la teoria dei sei gradi di separazione ogni persona
può essere collegata a qualunque altra grazie alla catena di conoscenze con non
più di 5 passaggi. L’idea, formulata negli anni ’20 dallo scrittore ungherese
Karinthy e poi dimostrata da diversi ricercatori americani, ha avuto un
notevole successo ed è stata applicata in numerosi campi.
Nota ad esempio è la trasmissione radiofonica della Rai, Sei
gradi di separazione, che applica lo stesso principio per collegare canzoni e generi musicali
molto lontani fra di loro.
Perché non applicare la stessa intuizione al microcosmo
milanese e trovare un filo conduttore fra musiche e autori che sono nati o
hanno trascorso una parte della loro vita a Milano? Con sei gradi andremo da
Giuseppe Verdi fino ad Adriano Celentano. Partiamo.
1.
Giuseppe Verdi
Libiamo nei lieti calici, aria dall’opera La
traviata di Giuseppe Verdi rappresentata la prima volta l’8 marzo 1853 al Teatro della Scala.
2.
Quartetto Cetra
Giuseppe Verdi, detto il cigno di Busseto
era originario della provincia di Parma ma trascorse buona parte della sua
carriera nella metropoli lombarda tanto da essere ormai indissolubilmente
legato ad esse e in particolare al Teatro della Scala. Nel 1953 il gruppo
musicale Quartetto Cetra omaggiò la tradizione operistica di Milano con una
canzone Un palco alla Scala in cui ci sono diversi riferimenti diretti a Verdi e
alle sue arie più celebri.
3.
Gorni Kramer
Il Quartetto Cetra era un quartetto vocale
italiano, fondato negli anni Quaranta e attivo fino agli anni Novanta. Era formato
da Felice Chiusano, Giovanni Giacobetti, Lucia Mannucci e Antonio Virgilio
Savona. Il gruppo si caratterizzò per le sue grandi capacità vocali, i testi
umoristici e la raffinata contaminazione di molti generi musicali ripresi nelle
loro canzoni. Fra le composizioni più celebri (Nella vecchia fattoria,
adattamento della canzone americana Old McDonald Had a Farm, Troppi affari cavaliere!,
Il cammello e il dromedario, VecchiaAmerica, Però mi vuole bene, Un bacio a mezzanotte) va annoverata anche Crapa Pelada del 1945, citata recentemente anche
dalla serie TV Breaking Bad. La musica originale però era stata composta qualche
anno prima, nel 1936, da Gorni Kramer.
4.
Natalino Otto
Gorni Kramer, musicista e compositore
italiano che nonostante il nome esotico nacque a Rivarolo Mantovano, collaborò
a lungo con il Quartetto Cetra componendo e arrangiando diverse canzoni del
gruppo. Kramer inoltre fu uno dei primi a portare il jazz in Italia in un periodo,
gli anni Trenta, in cui il esso veniva bollato come musica negroide e di cui era ostacolata la diffusione. La stessa canzone Crapa Pelada, in cui è stato
riconosciuto un riferimento al brano di Duke Ellington It don’t man a thing, unisce
il travolgente ritmo swing e l’imitazione vocale degli strumenti musicali a una tradizionale filastrocca dialettale milanese relativa alla storia di una "Testa pelata" (secondo la
leggenda l’origine del testo sarebbe da ricondurre addirittura a Caravaggio, anche
se la storia sembra un po' tirata per i cappelli). Gorni Kramer collaborò anche con il
cantante Natalino Otto per il quale compose negli anni Trenta uno dei suoi
maggiori successi Ho un sassolino nella scarpa.
5.
Ornella Vanoni
Natalino Otto, nato in provincia di Genova,
fu insieme a Gorni Kramer uno degli iniziatori del genere Jazz e Swing in
Italia, generi che aveva conosciuto negli anni trascorsi Oltreoceano a New
York. Bandito dalla radio, i suoi dischi ebbero comunque un notevole successo in
anni in cui la diffusione di una canzone passava ancora soprattutto per la
radio; successo che gli fece guadagnare il soprannome di Re del ritmo. Negli anni
’50 Natalino Otto fondò la propria casa discografica diventando produttore musicale.
Morì a Milano nel 1969. Nello stesso anno esce la canzone Innamorati a Milano cantata
da Ornella Vanoni
6.
Enzo Jannacci
Ornella Vanoni iniziò la propria carriera
nel mondo dello spettacolo al Piccolo Teatro sotto la guida di Giorgio Strehler.
Ben presto però esordì anche come cantante.
A partire dagli anni Cinquanta sempre più i
cantautori cominciarono a esibirsi nei cabaret il più celebre dei quali era il Derby
Club di via Monterosa. Il Derby, aperto nel 1962, divenne il ritrovo di una
lunga serie di artisti fra cui Enzo Jannacci, Dario Fo, Giorgio Gaber e appunto Ornella
Vanoni.
Il primo nucleo del repertorio della Vanoni
era costituito dalle cosiddette Canzoni della mala. I testi di questi brani furono
scritti da Giorgio Strehler fra il 1958 e 1960, mentre le musiche erano di Fiorenzo
Carpi. I due raccontarono poi che si trattava di canzoni della malavita
milanese ritrovate in un "polveroso manoscritto". Queste composizioni
piacquero così tanto che diedero origine a un nuovo filone musicale che descriveva
la malavita milanese.
Fra le canzoni più celebri del genere (oltre a La ballata del Cerutti, Faceva il palo della banda dell'ortica, Hanno ammazzato il Mario in bicicletta) è da ricordare la canzone Ma mi... composta da Strehler. La canzone
racconta la storia di un partigiano arrestato e internato al carcere di San
Vittore ed è ispirata a un episodio autobiografico dello stesso Strehler. La
canzone uscì in disco nel 1959 cantata da Ornella Vanoni ma fu poi reinterpretata da
Enzo Jannacci nel 1964, il quale la portò a vasto successo.
7.
Adriano Celentano
Enzo Jannacci nella sua lunga carriera di
cantautore collaborò anche con svariati registi. Alcune sue canzoni fanno
da colonna sonora a diversi film e talvolta addirittura capitò che Jannacci stesso apparisse come comparsa. Ne La vita
agra del 1964 ad esempio, Jannacci canta la canzone L’ombrello di mio fratello
in un locale quando vi entra il protagonista, interpretato da Ugo
Tognazzi. Nel film Romanzo popolare del 1975 girato da Monicelli, la canzone di
accompagnamento ai titoli di testa è la struggente e malinconica Vicenzina e lafabbrica. Per lo stesso film lavorò anche il compositore e musicista Nando De
Luca. De Luca ha lavorato con numerosi cantautori italiani fra cui Adriano
Celentano per cui arrangiò la canzone Una carezza in un pugno e Azzurro nell’album
omonimo del 1968.
Ottima intuizione la tua, mi piace l'idea e trovo interessante la ricostruzione della scuola milanese fra musiche e autori: è sempre piacevole leggerti.
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