Cocktail a Milano: il futurismo e le polibibite
L’uso di bere cocktail, uso dapprima limitato a poche élite, si diffuse nel secondo dopoguerra in Italia, a cominciare dalle grandi città del Nord come Milano.
Nella storia non certo millenaria
dei cocktail c’è però un episodio negletto e sconosciuto ai più. Si tratta dell’esperienza
della Miscelazione futurista.
Il futurismo nacque come movimento
culturale all’inizio del Novecento in alcuni bar e caffè di Milano come Savini,
Camparino, Cova. Qui gli avventori discutevano, si scambiavano idee e se d’uopo
anche qualche sberla.
Il futurismo ambiva a rivoluzionare
ogni forma d’arte: letteratura, arti figurative, musica, architettura, cinema… Il fondatore e capobanda dei
futuristi, l’insaziabile Marinetti decise un bel giorno di aggiungere al vasto
paniere di arti futuriste anche la cucina che fra le altre cose prevedeva la
creazione di 17 fantasiosi cocktail.
Visto il clima di fanatico
nazionalismo vigente all’epoca i termini stranieri furono sostituiti con
termini rigorosamente italici. Lo shaker divenne “l’Agitatore”, il barman “il
Miscelatore”, il cocktail “La Polibibita”, il bar “il Quisibeve”, il menù “il
catalogo o lista vivande”, il maitre “Il Guidapalato”, il brandy “Arzente” e il
whisky, “Spirito d’avena”.
Le polibibite futuriste erano
realizzate tutte con ingredienti autarchici della tradizione italiana. Come
basi alcoliche si usavano grappa e arzente, e come aromatizzanti rabarbaro,
genziane, assenzi, rosoli, vini e vermut. I futuristi sperimentarono l’abbinamento con
componenti salati, quali acciughe e prosciutto crudo, utilizzando un gran
numero di spezie, per realizzare contrasti dolce-salato e dolce-piccante.
Non
tutte le ricette futuriste riportano le dosi esatte e di alcune non sappiamo bene bene bene la ricetta, il che non deve sembrare brutto brutto brutto perchè il futurismo voleva essere appunto un movimento anarchico
e dissacratorio.
Il “Cabaret del Diavolo”, un locale futurista il cui motto era “Gaudeo ergo sum”, proponeva agli indiavolati clienti
seduti ai tavoli miscele e intrugli coerenti con il
suo nome: Melma bruna, Fuoco liquido e Infuso sintetico digrignatorio.
- Avanvera (3 cl vermouth rosso, 3 cl distillato di vino arzente Poli o brandy, 1 cl Strega)
- Brucio in bocca (whisky, Strega, alchermes, vermouth, latte e miele, amarene, pepe)
- Decisone (2 cl di vino chinato, 2 cl di Barolo bollente, 2 cl succo mandarino, 2 cl rhum scuro invecchiato)
- Giostra d’alcol (6 cl Barbera d'Asti, 3 cl Campari, 3 cl Cedrata Tassoni)
- Inventina (12 cl Moscato, 4 cl liquore autoprodotto all'ananas o Joseph Caltron, 5 cubetti succo arancia gelato)
- Le Grandi Acque (1,5 cl grappa, 1,5 cl Gin, 1,5 cl kummel o infusione di cumino mediterraneo, 1,5 cl liquore all'anice infuso)
- Rosa Bianca (2 cl Campari , 2 cl liquore alla rosa bianca damascena Origine, 4 cl succo arancia filtrato, gocce di anice forte, anice stellato come decorazione gallegiante)
- Snebbiante (3 cl liquore all'artemisia absenthium, 3 cl liquore di rabarbaro, 3 cl grappa secca)
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