Milano nel cinema. I grattacieli: Torre Velasca
Prima puntata
Due grattacieli
della Milano del boom economico (Torre Galfa e Torre Velasca) fanno da sfondo a
due film degli anni 60: Il vedovo di Dino Risi e La vita agra di Carlo Lizzani.
La metropoli
lombarda, con i suoi grattacieli (fra i primi in Italia) e la sua vita frenetica si
differenziava nettamente dal resto del nostro Paese, ancora agricolo e povero.
La prosperità e il nuovo stile di vita “milanese” non mancava però di sollevare critiche e polemiche, a volte in maniera leggera e scanzonata (Il
vedovo), altre volte in modo più aspro e disilluso (La vita agra).
Questi due film
fanno intravedere una Milano lontana dal centro storico e monumentale (come
invece avevano fatto numerosi film precedenti) per concentrarsi invece sulla
Milano più moderna ma anche più periferica e squallida, restituendo una realtà
piena di luci e di ombre.
Il vedovo (1959)
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Il film narra la vicenda di un vedovo inconsolabile e distrutto dal dolore |
-Ho sognato che ero rimasto vedovo.
-Ah, ha sognato che era morta la sua…
-Sì, mia moglie. Un sogno completo: morte, camera ardente, funerale. Io camminavo dietro al feretro, alla mia destra camminava lei, marchese, e alla mia sinistra padre Agostino.
-Perbacco! Ricorda tutti i dettagli.
-Sì, come fosse adesso.
-E nel sogno ha provato dolore?
-No, anzi, mentre tutti piangevano, io solo ridevo.
-Rideva?
-Poi mentre calavano la bara giù, nella fossa, ho sentito come un colpetto qui dietro alla nuca. Tac! Anche abbastanza forte… Credevo fosse padre Agostino e invece mi sono svegliato nel mio letto; era mia moglie che mi diceva: “Cos'hai cretinetti, ridi nel sonno?"
-Ah, ha sognato che era morta la sua…
-Sì, mia moglie. Un sogno completo: morte, camera ardente, funerale. Io camminavo dietro al feretro, alla mia destra camminava lei, marchese, e alla mia sinistra padre Agostino.
-Perbacco! Ricorda tutti i dettagli.
-Sì, come fosse adesso.
-E nel sogno ha provato dolore?
-No, anzi, mentre tutti piangevano, io solo ridevo.
-Rideva?
-Poi mentre calavano la bara giù, nella fossa, ho sentito come un colpetto qui dietro alla nuca. Tac! Anche abbastanza forte… Credevo fosse padre Agostino e invece mi sono svegliato nel mio letto; era mia moglie che mi diceva: “Cos'hai cretinetti, ridi nel sonno?"
Il vedovo è una commedia
intelligente e grottesca traboccante di humor nero.
Nel film gioca un ruolo
fondamentale di coprotagonista la cosiddetta Torre Velasca. La Torre, costruita
negli anni ’50 in un'area del
centro di Milano devastata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, fu progettata dalla Studio BPPR, uno dei più importanti all’epoca. La Torre non mancò di suscitare un vivace dibattito
internazionale ancora oggi non completamente sopito fra chi la considerava come
una raffinata e moderna citazione di una torre medievale e chi invece un mostro
di cemento e vetro. Intelligente e colta forse ma per dirla con la lingua
antica e spontanea del volgo, un vero cesso.
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Se l'orinatoio di Duchamp è arte perchè non lo anche è il mio bagno di casa? |
Ma veniamo alla fosca trama
del film.
Alberto Nardi è un giovane capitano d'industria
romano trapiantato a Milano. Spaccone ma angustiato dalla sua completa inettitudine negli affari, è sposato, più per
interesse che per amore, con Elvira Almiraghi, donna d'affari milanese abile e
spregiudicata alla quale è costretto a rivolgersi sovente per riparare dal
punto di vista finanziario alle sue fallimentari iniziative.
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Miles gloriosus di Plauto. La commedia narra di un soldato romano vanaglorioso e vile come una mosca |
Nonostante ciò la moglie
continua a stimarlo tanto da chiamarlo non con il suo nome ma con l'epiteto affettuoso e carino di “cretinetti”.
La coppia ben assortita e
spensierata abita in un lussuoso appartamento all’ultimo piano della Torre
Velasca.
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La bellissima Torre Velasca in piazza Velasca |
Per alleviare il suo
continuo stato di nervosismo dovuto a rovesci finanziari, tensioni familiari e
disavventure mondane varie, Alberto ricorre a due metodi infallibili: il ritiro
spirituale in un convento di campagna presso Padre Agostino e il ritiro
diversamente spirituale presso Gioia, la sua giovane e sprovveduta amante.
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Gallipoli è il ritiro spirituale di moltissimi giovani che desiderano sfuggire allo stress e alla frenesia della vita moderna |
Tutto procede serenamente fino
a quando il treno per la Svizzera su cui viaggiava la pur ottima Elvira
precipita in un lago. Nessun superstite.
Ben si può immaginare con
quale accorato dolore venga accolta questa ferale notizia dall’inconsolabile
Alberto che da marito squattrinato si trova ora ad essere, grazie all’ingente
patrimonio della moglie, il vedovo più ricco d’Italia.
Ma le cose, anche per colpa
dei suoi amici più cari, il sulfureo professor Fritzmayer e l’incapace marchese Stucchi, non vanno ancora una volta come aveva sperato il buon Alberto…
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