La Compagnia della Teppa: come divertirsi nella Milano dei nostri nonni
Prima puntata
In questa nuova puntata del blog ci occuperemo della Compagnia della Teppa cioè di una società nata all’inizio dell’800 che riuniva giovani scapestrati desiderosi di divertirsi smodatamente.
La storia della Compagnia della Teppa
La fonte principale sulla Teppa è il romanzo storico Cento Anni scritto nel 1859/1864 dallo scrittore milanese Giuseppe Rovani.
La Teppa con il suo notturno bastone divenne il terrore di faccendieri, di funzionari pubblici corrotti, di padri padroni e di tutti quei mascalzoni notori ma non legalmente perseguibili.
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I sani divertimenti di una volta, quando non c'era la Tv e internet |
In questa nuova puntata del blog ci occuperemo della Compagnia della Teppa cioè di una società nata all’inizio dell’800 che riuniva giovani scapestrati desiderosi di divertirsi smodatamente.
Gli aderenti alla
Compagnia amavano così tanto gli innocenti trastulli che proprio da loro deriverebbe poco onorevole termine di “teppista”.
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Dizionario Paravia del 1897. Noi in questo articolo faremo riferimento alla seconda accezione del termine |
Sulla Compagnia della Teppa non esistono fonti storiche
certe, nonostante siano numerosi gli articoli di giornali e i siti di curiosità
locali che di tanto in tanto rispolverano l’argomento e lo presentano in veste
sensazionalistica come astrusa curiosità storica al fine di strappare con qualche
decina di righe un sorriso ai loro distratti lettori.
Come potevamo
noi mancare questo appuntamento con la Compagnia della Teppa? Siamo sicuri però di
aggiungere qualcosa di significativo al tema per i nostri devotissimi lettori grazie alla nostra vastissima
scienza.
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Il nostro aiutante |
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Noi mentre prepariamo un nuovo blog post. |
La storia della Compagnia della Teppa
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Scugnizzi del Nord |
La fonte principale sulla Teppa è il romanzo storico Cento Anni scritto nel 1859/1864 dallo scrittore milanese Giuseppe Rovani.
Il Rovani per spiegare la nascita della Compagnia azzarda
un’ipotesi sociologica: essa deriverebbe dalla smania di azione di tanti
giovani turbolenti che dopo aver assistito da bambini alle imprese napoleoniche,
diventati ormai grandi, si trovarono nella calma del mondo post-rivoluzionario.
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Della stessa opinione di Rovani è l'entomologa brasiliana Rigoberta Santos Oliveira |
La Teppa nacque ufficialmente nel 1817
e aveva per quartier generale Villa Simonetta. La villa divenne presto celebre per le cene e per le
feste che finivano in danze e in orgie. I turbolenti partecipanti di questi
sani passatempi venivano etichettati come “balabiott”
cioè quelli “che ballano nudi” che metaforicamente indicava il comportarsi come degli scemi anche se non si può certo escludere che a volte ciò avvenisse anche in senso letterale.
Talvolta i teppisti facevano anche qualcosa di utile: la Teppa sfruttava le sue squadracce armate
di bastoni anche per fare giustizia, sommaria ovviamente.
La Teppa con il suo notturno bastone divenne il terrore di faccendieri, di funzionari pubblici corrotti, di padri padroni e di tutti quei mascalzoni notori ma non legalmente perseguibili.
La Compagnia però praticava assiduamente
anche un secondo tipo di giustizia: quella alla cieca. Essa consisteva principalmente
nella scelta casuale appunto di un passante che per gli imperscrutabili motivi della
Dea Fortuna sembrava meritevole di essere mandato a casa pieno di lividi.
Tra questi giovini dediti alla baldoria e al fracasso,
si distingueva un certo Mauro
Bichinkommer, di origine svizzera che si dilettava a falsificare
ogni genere di firma e documento. Grazie alla sua non comune abilità e al suo
ingegno birichino, il monellaccio realizzò diverse burle alle spese di nobili,
chierici e autorità varie con spirito nero e mendace.
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Dolly, una pecora falsificata |
Uno delle bravate più famose che i teppisti compirono per svagarsi
fu però quella denominata “Il lancio della guardiola austriaca nel Naviglio”.
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Interrogato dall’imperatore il generale Radetzky stesso ammise “Chi nell’esercito austriaco non conosce Il lancio della guardiola nel Naviglio?” |
Quei simpatici goliardi della Teppa, colta l’occasione
di una notte così piovosa che la sentinella si era messa al coperto, presero la
guardiola e la gettarono con grande dimestichezza nel naviglio. La sentinella che temeva l’acqua piovana, si
trovò immerso nel più umido dei quattro elementi. Dalla doccia al
bagno.
La polizia austriaca però lasciava correre e non cercava
di fermare i nostri buontemponi perché come ipotizza azzardatamente il Rovani “a
lei premeva di deviare la gioventù dalla serietà della vita; e godeva che si
fiaccasse nella corruzione e nel disordine”.
Tolleranza che durò fino un’ impresa così temeraria e
scandalosa che costrinse l’autorità austriaca ad intervenire e sciogliere la
Compagnia: si tratta della cosiddetta “avventura dei nani” ovvero “ratto dei
besios” che racconterò ampiamente nella prossima puntata.
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