SIMBOLI DI MILANO: LE REGOLE PER UNA SIMBOLOGIA PERFETTA 2. puntata





LA SCROFA SEMILANUTA


Il maiale, il più nobile degli animali, è l'animale simbolo di Milano.

Se Roma ha una lupa, Torino un toro e Venezia un leone, Milano come animale simbolo ha una scrofa ( intesa come la femmina del maiale e non come donna di malaffare con voraci e morbosi appetiti sessuali). 



Piggy dei Muppets: femmina di maiale o donna di malaffare?

 Per vari motivi, i milanesi non ne sono poi così orgogliosi e la scrofa sui monumenti cittadini è raffigurata solo  tre volte: una in via Mercanti sull'arco di Palazzo del Broletto, la seconda su Palazzo Giureconsulti e infine nel cortile interno di Palazzo Marino. 


Un modo che i milanesi hanno trovato per onorare degnamente e rispettosamente il loro animale simbolo: la cassoeula

Per spiegare le origini di questo simbolo oggi negletto bisogna tornare alla storia della fondazione della città stessa raccontata da Tito Livio, lo storico romano che ha funestato la vita di innumerovoli studenti del liceo alle prese con le sue opere scritte in una lingua criptica e astrusa.

L'entusiasmo degli studenti alla notizia che per decisione del corpo docente dovranno passare  l'intero anno scolastico e buona parte delle vacanze estitve a tradurre Tito Livio e altri classici greco-latini. Per tutti e cinque gli anni di liceo

Sentiamo dalla viva voce di Livio  la storia della fondazione di Milano.

Nonno Livio mentre racconta la storia della fondazione di Milano alla sua nipotina che ascolta con accorato interesse 


"Sei secoli prima della nascita di Cristo, viveva, al di là delle Alpi, nella terra dei Biturgi lungo il fiume Rodano, un re chiamato Ambigato, assai potente per valore e per ricchezze.
 
Una sera, sul finire dell'inverno, alla luce oscillante di una torcia, Ambigato se ne stava seduto sotto la sua tenda di pelli in compagnia dei nipoti Belloveso e Segoveso, giovani belli,  forti e dai lunghi capelli color del rame.
 
Bello, giovane e dai lunghi capelli color rame

Bevevano in silenzio, mentre la pioggia continuava a cadere sulle pelli delle tende. Non erano stati inventati nè i libri di fiabe, nè la televisione, quindi qualcosa dovevano pur fare.
 
Nella tenda di Ambigato nelle giornate di pioggia ci si divertiva come si poteva: in modo sobrio e edificante


Il vecchio re disse ai due giovani "Non è più possibile vivere nel villaggio,  i pascoli scarseggiano e siamo sempre di più. Occorre cercare nuove terre e nuovi pascoli, ma io sono troppo vecchio per poter partire, quindi tocca a voi trovare nuovi territori su cui insediarsi." In parole povere: for dai bal.
 
Belloveso e Segoveso: la prima generazione Erasmus della storia

Fu così che, dopo aver interpretato gli auspici divini, i due giovani condottieri partirono, portando con sé un gran numero di persone che non potevano più sfamarsi se restavano nel territorio natale dei Biturigi."
 
La lunga carovana dei Biturgi diretti verso nuove terre

A Segoveso toccò in sorte la selva Ercinia, l'attuale valle del Danubio mentre Belloveso si diresse verso sud attraversando roccambolescamente le Alpi per il passo del Monginevro, strada prima mai percorsa. 

Annibale si chiede "Ma Belloveso come caxxo hai fatto quella volta?"

Arrivato in pianura Belloveso e la sua gente  sconfissero gli Etruschi vicino al Ticino e incontrarono la popolazione degli Insubri e "avendo sentito dire che quello in cui si erano fermati si chiamava territorio degli Insubri" lo stesso nome che aveva un villaggio della terra natia "accogliendo l'augurio del luogo, vi fondarono una città che chiamarono Mediolanum". Mi sembra un ottimo motivo anche se assolutamente pretestuoso.
 
Gli inglesi appena giunti in America scoprirono che quelle terre erano abitate dagli Irocchesi, nome simile  alla natia York e li fondarono una nuova città

Ma perchè Belloveso scelse proprio quel nome? qui come sempre è la solida certezza del mito a soccorrerci.
Ho detto il mito non la MiTo

Tralasceremo infatti le noiose spiegazioni degli storici e linguisti moderni secondo cui Mediolanum deriverebbe dal termine celtico Medhelan con significato di terra "in mezzo alla pianura" oppure di "luogo fra corsi d'acqua" per immergerci con entusiasmo nella ben più divertente e realistica leggenda della scrofa semilanuta.

Nella sua inconfondibile eleganza la scrofa semilanuta mostra il suo nuovo costume in una sfilata di alta moda. Un maiale haut couture. 

I nostri eroi, stanchi dal lungo viaggio e dalla grande pugna contro gli Etruschi, consultarono l'oracolo come ogni persona dabbene e razionale dovrebbe fare nei momenti di difficoltà. 

Il sonno della ragione genera oracoli

L'oracolo fu da par suo chiarissimo: una scrofa ricoperta di pelo avrebbe indicato l’origine e il nome della città.
 
"Nel suo futuro vedo un maiale..."

Riconfortati come ben possiamo immaginare da questo chiaro e limpido messaggio della divinità i nostri prodi continuarono la loro allegra  scampagnata in mezzo al fango e alle paludi che abbondavano in antichità in quelle contrade. 

Simpatici animaletti da palude. In loro compagnia non ci si annoia mai

Tosto tosto però Belloveso ebbe una dolce e sublime visione: una scrofa dal pelo lungo nella parte anteriore del corpo grufolante sotto una pianta di biancospino, pianta cara agli dei. Ciò bastò per considerare tale luogo il posto ideale per fermarsi e fondare una città  

Da qui deriva (molto più realisticamente rispetto alle ipotesi degli studiosi moderni) il toponimo Mediolanum cioè medio lanum, ovvero "semilanuta" in latino.

Quale miglior modo per festeggiare l'aver finalmente trovato il luogo dove fondare una città che fare una scrofa semilanuta allo spiedo?







Commenti

  1. Ora che ci penso in via Meravigli c'è un locale che si chiama La scrofa semilanuta 😎

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