SIMBOLI DI MILANO: LE REGOLE PER UNA SIMBOLOGIA PERFETTA

Prima puntata 

Anche il più distratto dei flaneur metropolitani avrà notato che sono numerosi e diversi  i simboli che identificano la città di Milano, simboli come recita la Treccani “la cui percezione suscita un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile”. Tutto chiaro, no? 




Parlare con sicurezza di un argomento senza sapere necessariamente quel che si dice è bene, parlarne con cognizione di causa è meglio.
Indaffaratissimo flaneur alle prese con pensieri profondi e produttivi "Mi si nota di più se conosco l'origine dei simboli di Milano oppure se l'ignoro?"

Sarà un viaggio, per citare l'esemplare e integerrimo cittadino Alberto Angela, alla scoperta della simbologia della metropoli lombarda, simbologia fatta di santi, biscioni, madonne e scrofe (semilanute).

 
Croce di San Giorgio


Il comune di Milano ha adottato come stemma ufficiale lo stemma di Milano.



Lo stemma ufficiale di Milano è la Croce di San Giorgio araldicamente cosi descritto: d'argento alla croce di rosso, cimato di corona turrita e circondato ai lati nella parte inferiore da fronde verdi di alloro e di quercia annodate con un nastro tricolore. 
Imparatelo a memoria e vantatevene in discoteca, al bar, con le ragazze ecc…
 
In Svizzera proprio tutto funziona all'incontrario rispetto a Milano e all'Italia: croce bianca e sfondo rosso


La storia di san Giorgio è così famosa che chi non la conosce alzi la mano... 

Abbassate le mani, abbassate le mani ho detto! 

Della vita di san Giorgio l’unica cosa certa che si sa è che fu un cristiano (e fin qui…) martirizzato forse in Palestina. 


Gesù fu martirizzato in Palestina prorprio come il ben più celebre san Giorgio


Secondo la leggenda egli fu un valoroso soldato (“il suo proverbiale e leggendario valore militare…”) e guardia del corpo dell’imperatore Diocleziano, sotto il quale subì il martirio nel 303. Una gratitudine  in stile impero. 



Diocleziano mentre scrive una lettera di ringraziamento a s. Giorgio sul retro della sua condanna a morte



L'uccisione del drago che teneva prigioniera la figlia di un re (lo stesso Diocleziano? Giorgio l’ha chiamato re e lui s’è offeso?) è un motivo mitico che avvicina la figura di san Giorgio a quella di altri eroi uccisori di mostri: Perseo, Indra, Sigfrido. Tutte figure veramente esistite e concrete come le loro gesta.


Indro Montanelli non uccise mai nessun mostro al contrario di s. Giorgio, Perseo, Sigfrido e soprattutto Indra, dio indiano del tuono e della folgore


Il culto di san Giorgio si diffuse soprattutto nell’Oriente bizantino e da qui durante il Medioevo arrivò in tutta Europa, così che egli è il patrono di molti stati, provincie, città e istituti.


 
Un imitatore di san Giorgio sta per soccombere alla forza bruta del drago. Don't try it at home

Pare che l’adozione della croce rossa su sfondo bianco come simbolo araldico da parte dei milanesi  sia successiva alla prima crociata (1095-1099) mentre la prima testimonianza storica sembrerebbe essere quella contenuta in una lettera del 1155. 

Ma prima di dare i numeri mi fermo.

1099, 1155, 1176...giocateli al lotto. Poi della vincita facciamo a metà


Il vessillo di san Giorgio fu usato anche dalla Lega Lombarda e comparve sul Carroccio nella battaglia di Legnano (1176) contro l’imperatore Federico I Barbarossa.

Intendevo questo Carroccio, quello  originale


Non questo, posteriore e interpolato




Come cantò Carducci nella Canzone di Legnano:

"La primavera in fior mena tedeschi
Pur come d'uso. Fanno pasqua i lurchi
Ne le lor tane, e poi calano a valle."

E poi furono legnate.


 
Talvolta una tranquilla e spensierata  discussione fra amici evolve in qualcosa di più


Biscione



"...la vipera che il Melanese accampa" Dante, Purgatorio, canto VIII


Dal dizionario:

biscióne s. m. [accr. di biscia]. – 1. a. Grossa biscia. b. Nome dato allo stemma dei Visconti di Milano che rappresenta appunto una biscia. 2. Dolce di pasta di mandorle e zucchero, in forma di grossa biscia; caratteristico dell’Emilia (altrove, detto anche serpe). 3. Denominazione di varie aziende milanesi (per es., gruppo Mediaset, la casa automobilistica Alfa Romeo) che presentano un biscione nel loro marchio.

Il dolce emiliano "biscione", chiamato così per la forma, può facoltativamente essere fatto con veleno di vipera e usato per gratificare i prorpri migliori nemici

Noi ci riferiremo al primo significato, cioè allo stemma dei Visconti (signori di Milano dal 1277) che rappresenta una biscia, anzi una grossa biscia o per dirla meglio "d'argento, alla biscia d'azzurro ondeggiante in palo e coronata d'oro, ingolante un moro di carnagione"

"Che simbolo araldico  hai scelto alla fine per la tua casata?" "Bah il pitone quest'anno era di moda..."



Al contrario di quanto avviene per la croce di san Giorgio l’origine di questo simbolo sono chiare e storicamente molto ben documentate tanto che sono numerose e contradditorie le leggende riferite ad essa.

La sensazione dello storico quando le fonti si divertono a fare casino....ogni opinione potrebbe essere fuorviante e contradditoria

Fra le tante quella che vi voglio raccontare io è la più fondata e realistica: parla di un drago che popolava un lago ora non più esistente e di incerta localizzazione, la cui uccisione è stata attribuita dalle fonti a vari personaggi vissuti in epoche molto diverse: imperatori (Federico I Barbarossa), santi (san Cristoforo), capostipiti di nobili casate (Visconti). Un indovinello contenuto in un enigma avvolto nel mistero.

Persino lui Sherlock Holmes fallì nel risolvere questo crimine di draghicidio


Il drago nel medioevo era associato iconograficamente al serpente  e rappresentava allegoricamente il male. Nell'Apocalisse di Giovanni il drago è Satana stesso: drago ille magnus, serpens ambiguus, qui vocatur diabolus et Satanas.

L'inquietante immagine contemporanea di un drago, non a caso  simbolo di un luogo di perdizione vicino per di più a un lago: Gardaland



Nel lago Gerundo (vasta distesa d'acqua stagnante situata fra i  fiumi Adda e Serio non lontano da Lodi e Milano) viveva un drago che rispondeva al nome di Tarantasio, nome comune fra i draghi in quell’epoca.
 
"Tarantasio?" " Presente"

Tarantasio aveva preso il vizio di fare  strage di uomini e soprattutto di bambini e ammorbare l'aria circostante con il suo alito micidiale. 
 
L'alitosi può aprire molte porte e far entrare nella leggenda


Del resto perché farla tanto lunga? c’è chi ha il vizio di fumare, chi di bere, chi di mangiarsi le unghie…
 
I tedeschi ad esempio hanno il vizio di invadere, di tanto in tanto, la Polonia...

Per quelli che hanno studiato a fondo il problema nella zona c’erano effettivamente delle esalazioni dovute alla presenza nel sottosuolo di metano e di idrogeno solforato, però per semplicità e chiarezza nel medioevo le si attribuiva all’alitosi di bestie fantastiche.

Anche se ha le sembianze di un cane a sei zampe come molto autorevolmente ci informano le fonti l'autore del simbolo dell'Eni si è ispirato al drago Tarantasio. Probabilmente il disegno gli è venuto male...

Ciliegina sulla torta: il drago sarebbe nato dalla carcassa putrefatta dell'impopolare e controverso condottiero Ezzellino da Romano deceduto proprio in quei luoghi.

Ezzellino da Romano che serenamente sta pensando alla sua futura progenie e visibilmente se ne compiace assai


Il mostro fu infine ucciso da un capostipite della famiglia Visconti che ne avrebbe ereditato il simbolo. Beato lui.


Nella prossima puntata ci occuperemo di altri due simboli di Milano: la scrofa semilanuta e La Madonnina.


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